Cos'è 41 bis cos'è?

41 bis: Regime carcerario speciale

Il 41 bis è un articolo dell'ordinamento penitenziario italiano (legge 354/1975), introdotto con la legge n. 279 del 1992, che disciplina un regime carcerario speciale, applicabile a detenuti per reati di particolare gravità, come quelli legati alla mafia e al terrorismo.

L'obiettivo principale del 41 bis è impedire ai detenuti di mantenere collegamenti con l'organizzazione criminale di appartenenza e di continuare a impartire ordini all'esterno. Il regime, quindi, prevede restrizioni significative rispetto al regime carcerario ordinario.

Caratteristiche principali del 41 bis:

  • Isolamento: Il detenuto è generalmente ristretto in una cella singola, con limitazioni ai contatti con altri detenuti.
  • Limitazione dei colloqui: I colloqui con i familiari sono limitati (generalmente a uno al mese), con vetri divisori e registrazione audio-video. Può essere imposto il divieto di colloqui per motivi di sicurezza.
  • Controllo della corrispondenza: La corrispondenza (sia in entrata che in uscita) è sottoposta a un rigido controllo.
  • Limitazione dei beni: Sono limitati i beni che il detenuto può tenere con sé in cella (libri, vestiti, ecc.).
  • Sorveglianza: La sorveglianza è particolarmente intensa.
  • Durata: Il regime 41 bis ha una durata determinata, prorogabile di volta in volta con decreto motivato del Ministro della Giustizia. La proroga è solitamente biennale.

Applicazione e Controversie:

L'applicazione del 41 bis è disposta dal Ministro della Giustizia sulla base di specifiche informazioni e valutazioni di rischio. La misura è soggetta a controllo giurisdizionale da parte del Tribunale di Sorveglianza.

Il 41 bis è un regime carcerario molto severo e ha suscitato notevoli controversie. Alcuni lo considerano uno strumento necessario per contrastare la criminalità organizzata, mentre altri ne criticano gli aspetti più restrittivi, ritenendoli lesivi dei diritti fondamentali dei detenuti e potenzialmente in contrasto con i principi di rieducazione della pena. Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) ha espresso preoccupazioni riguardo le condizioni detentive dei soggetti sottoposti al 41 bis.